Emanuele Borasio e la sua Realtà Estesa

L’IA sei tu e la nostra nuova rubrica e nasce con l’obiettivo di far conoscere le potenzialità e le applicazioni in concreto dell’Intelligenza Artificiale. Ogni intervista vuole essere un’opportunità per tutti di confronto e incontro con nuove idee e visioni. Per questo prima intervista Emanuele Borasio ci porta alla scoperta della sua Realtà Estesa di weAR.

weAR nasce a Ferrara nel 2014 dalla passione e dall’esperienza di Emanuele Borasio. Dopo una lunga esperienza accademica presso l’Università di Ferrara, Emanuela dà vita a diversi progetti imprenditoriali sempre legati al mondo dell’innovazione.

Finalmente nel 2014 la sua ultima creatura: weAR srl. Giovane realtà italiana che vuole supportare la transizione digitale delle imprese sviluppando innovative applicazioni software. Scopriamo insieme quello che ha da dirci sulla sua realtà!

Gentile Emanuele, lei è fondatore di weAR Srl. Azienda nata nel 2014 e che ha come missione quella di guidare le imprese nella loro transizione digitale grazie alle Realtà Estese (XR). Qual è il legame tra IA e Realtà Aumentata? Ci guidi nella sua, la vostra, visione.

L’intelligenza artificiale è molto ampia e si integra in vari modi con la realtà aumentata.
Innanzitutto la parte di machine vision è fondamentale per il riconoscimento di immagini (si era partiti da QR code specifici, ora si è evoluto per essere anche marker-less riconoscendo superfici), alla base anche del tracking dell’ambiente reale per cui i modelli 3D diventano ancorati allo spazio.
La peculiarità è anche nella nostra visione aziendale, in cui i modelli sono dei veri e propri gemelli digitali di infrastrutture o assets che devono far capire i loro dati in modo intuitivo agli umani. Per questo, dati IIoT o provenienti da elaborazioni di vari algoritmi di IA vanno a modificare l’aspetto del modello 3D stesso in base al messaggio da comunicare.

Ad esempio: colorare di rosso o verde una certa parte in base allo stato, ingrandire una sezione per far risaltare dei dettagli trovati da un algoritmo di riconoscimento di difetti, riconoscere l’interazione della mano dell’utente per interagire con l’ologramma.

Negli ultimi anni avete investito per creare nuove soluzioni tecnologiche: gemelli digitali di infrastrutture e sistemi di tracking di Realtà Mista, due applicazioni industriali dell’intelligenza artificiale. Secondo lei sono interventi che anche molte altre aziende dovrebbero pianificare o sono solo di nicchia?

L’obiettivo aziendale è favorire la digitalizzazione usando le Realtà Estese (XR, ossia AR, VR e MR) come metodo di comunicazione intuitiva per accedere ai dati del paradigma Industria 4.0, un bisogno che sta crescendo sempre più.
Nonostante nel 2020 la quota di mercato delle Advanced Human Machine Interfaces fosse ancora di nicchia in quel settore, la nuova traction del metaverso sta aiutando a farle crescere.
La tecnologia al contorno continua ad evolvere, permettendo integrazioni sempre più rapide ed accessibili, quindi stiamo lavorando proprio per portare questo uso comunicativo nel mercato di massa sviluppando prodotti o facendo evolvere dei Proof of Concept.

Cosa significa per una PMI italiana come voi investire sull’Intelligenza Artificiale? Pensa che il panorama italiano sia pronto per queste nuove tecnologie? O pensate di puntare di più sull’internazionalizzazione?

Grazie alle analisi di Big Data, fatte da algoritmi di IA, molti processi possono diventare molto più efficienti perché data-driven. Per diventare “human-ready” e quindi far prendere decisioni più efficaci e più rapide, servono interfacce che rendano comprensibili queste elaborazioni.

Crediamo che le XR e il metaverso siano l’interfaccia più user-friendly e collaborativa per favorire un uso appropriato e accessibile alla sempre crescente eterogeneità di stakeholders coinvolti nei processi stessi.
Soprattutto la gestione di grandi infrastrutture, che riusciamo a digitalizzare con estrema velocità, ne può beneficiare, sia a livello nazionale che internazionale (più rapido ad implementare queste innovazioni).

Che vantaggi può avere una PMI italiana dell’industria manifatturiera a mettere in campo soluzioni di intelligenza artificiale e realtà aumentata a lungo termine?

Dopo una implementazione di successo di IA e sensori IoT, la realtà aumentata può diventare abilitante per velocizzare le decisioni collettive multidisciplinari.
Ci sono vantaggi anche in tutte le parti della catena: training del personale non ancora specializzato, guidato step-by-step potendo già visualizzare quale sarà il risultato finale o avendo a portata di visuale tutte le informazioni necessarie.
O anche supporto nel design del prodotto, che si può visualizzare realisticamente e in varie fasi, sfruttando a pieno le simulazioni offerte dall’avere un gemello digitale.
Assistenza post vendita, usando una assistenza da remoto che permette di dare indicazioni spaziali in tempo reale tramite videochiamata, supporto data-driven durante l’utilizzo, avendo in modo intuitivo e diretto dati o elaborazioni real time.
Tutte queste attività sono tipiche proprio del settore manifatturiero, che a lungo termine porteranno vantaggi di efficienza, gestione e soddisfazione del cliente!

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